L'arte di Arrangiarsi si è spostato sui social

vi aspettiamo lì

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“La poesia del bricolage nasce anche e soprattutto dal fatto che questo non si limita a portare a termine, o ad eseguire, ma «parla», non soltanto con le cose, […], ma anche mediante le cose: raccontando attraverso le scelte che opera tra un numero limitato di possibili, il carattere e la vita del suo autore. Pur senza mai riuscire ad adeguare il suo progetto, il bricoleur vi mette sempre qualcosa di sè.”

Claude Lévi-Strauss in “Il pensiero selvaggio”

Tutto nasce dalla lettura di un libro. Anzi tre, ma rimando alla pagina sul bricoleur per approfondire.

Il libro in questione è Design del Popolo, di Vladimir Archipov, una raccolta fotografica di oggetti (con una piccola descrizione dell’origine e deli materiali utilizzati) inventati o reinventati dall’ingegno di cittadini sovietici nel periodo in cui in U.R.S.S. era difficile procurarsi qualunque banale oggetto o strumento di vita quotidiana; da una presa elettrica ad una tanica per la benzina, da un’antenna televisiva ad un porta lampada. Quel libro mi ha fatto rendere conto che, mutatis mutandis della condizione storico-sociale, mi sentivo perfettamente partecipe allo spirito di quei bricoleurs (forzati).

E mi sono reso conto che anch’io potevo allestire una piccola galleria web in cui raccogliere oggetti di mia o altrui creazione, mostra permanente della micro-creatività quotidiana, chiamamola così. Realizzazioni autarchiche, ‘fatte in casa’, di bricolage esperto e ragionato oppure estemporaneo, con l’arte d’arrangiarsi, insomma. E con un occhio all’eco-compatibilità.

Oggetti impossibili, improbabili, futuribili, poco plausibili, imprescindibili, risibili, incomprensibili, sensibili, eco-compatibili appunto, irripetibili, convertibili, irresistibili, quasi indistruttibili, molto discutibili, spesso indescrivibili, anche inservibili, mobili, immobili, aeromobili, automobili, nell’intento nobili, a volte ignobili e volubili, facili, difficili, riconoscibili e irriconoscibili, geniali e orribili.

Oggetti costruiti o de-costruiti, separati o riparati, assemblati (poiché prima disassemblati), reinterpretati, salvati, stravolti, salvati dalle acque o dall’oblio e soprattutto al di fuori del infernale circuito dell’acquisto, utilizzo, gettar via, riacquisto.

Simone Mazzucconi